A porte chiuse: famiglie in lotta contro l'ufficio per il welfare giovanile
Al Jazeera 360 si difende dalle accuse svedesi secondo cui il documentario sulle leggi sulla protezione dei bambini è pericoloso.
A porte chiuse: famiglie in lotta contro l'ufficio per il welfare giovanile
L'acceso dibattito che circonda il documentario di Al Jazeera 360 “Behind Closed Doors” si sta svolgendo a pieno ritmo! Questa avvincente serie in tre parti mette in luce il drammatico destino delle famiglie i cui figli sono stati allontanati con la forza dalle autorità europee, in particolare in Norvegia, Svezia, Germania e Lussemburgo. Il governo svedese, guidato dal primo ministro Ulf Kristersson, ha definito la produzione "pericolosa" e l'ha paragonata a una controversa campagna di disinformazione circolata sui social media nel 2022. Ma Al Jazeera 360 si difende con veemenza da queste accuse!
"Gli attacchi al film sono fuorvianti", spiega Awad Joumaa, responsabile degli originali di Al Jazeera 360. Il documentario mira a esaminare una complessa questione sociale che colpisce molte famiglie. Joumaa sottolinea che le storie delle famiglie colpite sono autentiche e che vengono presentate anche le prospettive ufficiali delle autorità. "Offriamo agli spettatori l'opportunità di formarsi le proprie opinioni", aggiunge. Nonostante le critiche dell'emittente nazionale svedese SVT, secondo la quale importanti dettagli non sarebbero stati riportati negli atti del tribunale, Joumaa rimane calmo e sottolinea che tutte le informazioni rilevanti sono presentate nel film.
Autorità svedesi sulla difensiva
La reazione svedese al documentario non può essere ignorata! Kristersson avverte che “dietro le porte chiuse” può potenzialmente mettere in pericolo la situazione della sicurezza in Svezia. Anche Sofia Bard, direttrice dell'Istituto svedese, mette in guardia da un possibile impatto negativo sulla reputazione internazionale della Svezia. Le preoccupazioni sull’impatto del documentario sono accresciute dalle già tese relazioni internazionali e dalle recenti proteste nei paesi a maggioranza musulmana.
Joumaa ribatte che la reazione svedese ignora la profondità e i temi più ampi affrontati dal film. "L'affermazione che il film rappresenti una minaccia alla sicurezza si basa su una rapida valutazione da parte di un analista della sicurezza e non tiene conto del contenuto effettivo della serie", afferma. Al Jazeera 360 ha fatto diversi tentativi per coinvolgere le autorità svedesi nella discussione, ma le richieste sono state respinte. “Riveliamo gli argomenti e le prospettive e lasciamo che siano gli spettatori a giudicare da soli”, conclude Joumaa.