Battaglia sulla tassa bancaria: chi pagherà il conto alla fine?

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Il 6 marzo 2025, “Eco” dell'ORF discuterà della controversa tassa bancaria e dei suoi effetti economici su Austria e Ucraina.

Battaglia sulla tassa bancaria: chi pagherà il conto alla fine?

Il nuovo governo federale austriaco, insediatosi lunedì, sta introducendo una controversa tassa bancaria volta a generare 500 milioni di euro ciascuno nei prossimi due anni per il bilancio colpito dalla crisi. Questa misura viene considerata come una compensazione per i notevoli profitti realizzati dalle banche negli ultimi anni. Su questa tassa si è discusso per mesi durante i negoziati di coalizione, mentre le banche e i rappresentanti delle imprese si sono opposti con veemenza, mentre la Camera del Lavoro e i sindacati hanno sostenuto la misura, come ha riportato la rivista economica Eco.

Implicazioni finanziarie e pareri di esperti

L'introduzione della tassa bancaria potrebbe avere ulteriori ripercussioni sulla concessione di crediti già restrittiva, ha avvertito Gunter Deuber, direttore di Raiffeisen Research. Nonostante le risorse di capitale stabili, le banche austriache si stanno già adattando ai crescenti rischi e al calo dei tassi di interesse e si aspettano rendimenti inferiori. Esperti come Thomas Url del WIFO vedono nell'imposta per un determinato settore una minaccia per la piazza economica austriaca, che potrebbe scoraggiare potenziali investitori. Il settore ha davvero bisogno di una tassa speciale che possa ridurre il suo patrimonio netto e limitare ulteriormente i prestiti?

Numerosi esperti economici, come l’attuale governatore della Banca nazionale Robert Holzmann, sostengono invece che la tassa rappresenti un contributo sensato alla ristrutturazione del bilancio. Vedono la necessità di ritenere responsabili i vincitori della crisi. Il Momentum Institute ha calcolato che un prelievo bancario potrebbe portare allo Stato fino a 850 milioni di euro all'anno. La presidente dell'AK Renate Anderl sottolinea che è giunto il momento di esigere che le banche che hanno beneficiato della crisi facciano la loro giusta parte per la stabilità finanziaria del paese, ha riferito l'ORF.