Sorveglianza dei messaggeri sotto esame: la ÖVP chiede controlli più severi!

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Il ministro dell'Interno Karner sostiene la sorveglianza dei messaggeri per combattere il terrorismo, mentre i critici avvertono.

Innenminister Karner unterstützt die Messenger-Überwachung zur Bekämpfung von Terrorismus, während Kritiker warnen.
Il ministro dell'Interno Karner sostiene la sorveglianza dei messaggeri per combattere il terrorismo, mentre i critici avvertono.

Sorveglianza dei messaggeri sotto esame: la ÖVP chiede controlli più severi!

L’attuale dibattito sulla sorveglianza dei messaggeri in Austria rivela un profondo conflitto politico tra i partiti al governo e l’opposizione. Il ministro degli Interni Gerhard Karner (ÖVP) si è espresso chiaramente a favore dell'uso della sorveglianza dei messaggeri nel diritto penale. Nella trasmissione Puls24 “Both Sides Live” ha sottolineato che la responsabilità spetta al Ministero della Giustizia e ha definito la misura “sensata”. Vienna.at

Le richieste di maggiori poteri non sono nuove. Elena Haslinger, presidentessa dell'Associazione dei procuratori, chiede che la procura abbia gli stessi diritti dell'agenzia di sicurezza statale. Anche il capo dell'Ufficio federale della polizia criminale Andreas Holzer è favorevole a conferire poteri adeguati alla polizia criminale e critica il fatto che finora siano state adottate misure solo in caso di terrorismo. Karner sostiene queste richieste di inasprimento in questo settore, sottolineando che l'attuazione richiederebbe una modifica al codice di procedura penale.

Reazioni politiche alla legislazione

Tuttavia, le reazioni al progetto di legge sulla sorveglianza dei messaggeri variano. Mentre Karner e l'ÖVP portano avanti le misure, il presidente del club NEOS Yannick Shetty rifiuta fermamente l'estensione del monitoraggio delle minacce ad altri crimini. Lancia un “chiaro segnale di stop” al ministro dell’Interno. Anche i Verdi appoggiano il rifiuto della sorveglianza dei messaggeri e si vedono rafforzati nella loro posizione. Il portavoce della digitalizzazione Süleyman Zorba definisce la decisione del Trojan federale come una "rottura di diga" e mette in guardia dai possibili rischi.

Il progetto di legge è stato presentato dal governo federale l'8 aprile ed è attualmente in fase di revisione, che dura otto settimane. La misura mira a monitorare le “minacce” attraverso appositi software sui dispositivi mobili e nella comunicazione tramite servizi crittografati come WhatsApp, Telegram, Signal e Threema. I critici avvertono con veemenza di una violazione dei diritti fondamentali e di potenziali abusi contro membri dell’opposizione, giornalisti e informatori. Dentro la politica

Dettagli sulla tecnologia di sorveglianza

Da anni le autorità di sicurezza chiedono un maggiore accesso a questi canali di comunicazione, sebbene finora le possibilità di monitoraggio si limitassero a soluzioni software speciali, i cosiddetti Trojan. Nel 2019 un trojan federale progettato è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale. Per regolamentare i possibili attacchi è stato raggiunto un accordo che consente il monitoraggio dei messenger a determinate condizioni. Ciò include che il reato deve essere punito con una pena minima di dieci anni di reclusione e la supervisione è limitata a un massimo di 30 casi all'anno. Anche l'approvazione deve essere data da una giuria di tre giudici.

La normativa prevede che il responsabile della protezione giuridica abbia tre mesi di tempo per verificare il software utilizzato. Questo software è probabilmente programmato esclusivamente per il monitoraggio dei servizi di messaggistica. I difensori della privacy stanno sollevando preoccupazioni sulle potenziali vulnerabilità della sicurezza che queste misure potrebbero creare. Viene inoltre esaminato criticamente il fatto che le basi giuridiche per la sorveglianza dei messaggi e per la sorveglianza telefonica differiscono. La stampa