Verdetto choc a Vienna: 14enne in tribunale – e adesso per la vittima?

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Due adolescenti afghani, di 13 e 14 anni, sono sotto processo per stupro a Vienna-Brigittenau.

Zwei afghanische Jugendliche, 13 und 14 Jahre alt, stehen wegen einer Vergewaltigung in Wien-Brigittenau vor Gericht.
Due adolescenti afghani, di 13 e 14 anni, sono sotto processo per stupro a Vienna-Brigittenau.

Verdetto choc a Vienna: 14enne in tribunale – e adesso per la vittima?

Il 16 settembre 2025 verrà processato in tribunale un crimine particolarmente grave. Due adolescenti afgani, che avevano 14 e 13 anni al momento del crimine a Vienna-Brigittenau nel febbraio 2023, stanno affrontando un procedimento giudiziario per il presunto stupro di una 17enne. Mentre il quattordicenne, già condannato per rapina, è preoccupato per la sua possibile pena detentiva a 15 mesi, il suo complice di 13 anni, che ora ha anche lui 14 anni e quindi in età penale, nega ogni responsabilità. La vittima, che al momento del delitto era fortemente sotto l'effetto di droghe, si è difesa dagli attacchi, ma è stata trattenuta dagli autori fino all'intervento di un vicino che l'ha costretta alla fuga.

Il caso solleva questioni non solo giuridiche ma anche sociali. Il pubblico ministero ha già espresso dubbi sulla credibilità del 13enne, le cui dichiarazioni contraddicono quelle della vittima. Nell'ambito della legge sul tribunale per i minorenni (JGG), per tali crimini vengono utilizzate procedure speciali, perché la JGG mira a educare i giovani delinquenti e non punirli esclusivamente. Lo scopo è evitare che i giovani diventino recidivi.

Focus sulla giustizia minorile

Il diritto penale minorile stabilisce una netta separazione tra i bambini sotto i 14 anni, che non sono responsabili penalmente, e i giovani che possono essere ritenuti responsabili a partire dai 14 anni. Secondo il JGG, i giovani possono essere perseguiti penalmente se riconoscono che le loro azioni sono sbagliate. Nei procedimenti contro i giovani, spesso si presta attenzione a non mettere in pericolo la capacità di integrazione degli autori del reato. Spesso è prevista una mediazione autore-vittima per garantire la riabilitazione diretta.

Negli ultimi anni si è intensificato il dibattito pubblico sull’età della responsabilità penale, che attualmente è di 14 anni. Ci sono voci nella politica e nei media che chiedono l’abbassamento del confine. Queste discussioni sono state stimolate da isolati crimini estremamente violenti commessi da minorenni e dal crescente numero di casi nella Statistica sulla criminalità di polizia (PKS). Nel 2024 sono stati registrati oltre 217.000 casi di criminalità violenta, evidenziando ulteriormente il collegamento tra criminalità giovanile e problemi sociali.

Si ritiene che fattori come la migrazione, l’integrazione dei rifugiati e la crisi del Corona abbiano contribuito all’aumento della violenza tra i giovani. Dal PKS emerge inoltre che la maggioranza degli indagati sono uomini, anche se la percentuale di bambini e giovani nel totale è relativamente piccola. Tuttavia, il loro livello di attività è preoccupante.

Il dibattito sulla concezione del diritto penale minorile è più attuale che mai. È importante conciliare le scoperte scientifiche e gli incidenti pratici sia per proteggere i diritti delle vittime sia per migliorare le possibilità di integrazione dei giovani autori di reati.

Il caso attuale continuerà ad essere perseguito nei prossimi mesi, e resta da vedere come le sentenze del tribunale influenzeranno la percezione pubblica e politica della criminalità minorile.