Dibattito sul Mediatore: l'FPÖ mette in guardia dall'influenza verde!

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Dibattito in Consiglio nazionale il 22 maggio 2025: l'FPÖ critica i piani di riforma dei Verdi per il Mediatore. Sono necessari sostenitori della trasparenza e della diversità.

Debatte im Nationalrat am 22.05.2025: FPÖ kritisiert Grüne Reformpläne zur Volksanwaltschaft. Advocates for transparency und Diversität gefordert.
Dibattito in Consiglio nazionale il 22 maggio 2025: l'FPÖ critica i piani di riforma dei Verdi per il Mediatore. Sono necessari sostenitori della trasparenza e della diversità.

Dibattito sul Mediatore: l'FPÖ mette in guardia dall'influenza verde!

Il 22 maggio 2025 si è svolto in Consiglio nazionale un acceso dibattito sulla mozione presentata dai Verdi per riformare l'Ufficio del difensore civico. Il portavoce dell'FPÖ per l'incompatibilità, NAbg. Il Dr. Markus Tschank ha espresso aspre critiche alle modifiche proposte e ha messo in dubbio la necessità di discutere il metodo di nomina dei difensori civici invece di considerare l'ampliamento delle loro competenze. Tschank ha sottolineato che l'idea originaria del Difensore civico come “avvocato di diritto pubblico” secondo Hans Kelsen era in pericolo perché la proposta dei Verdi prevedeva la nomina dei Difensori civici da parte di un comitato di selezione esterno.

Tschank ha sottolineato che questo passo mira ad eliminare l'intero sistema di nomina del difensore civico e ha visto in ciò un ulteriore tentativo da parte dei Verdi di indebolire il diritto costituzionale di presentare proposte dell'FPÖ. Ha anche avvertito che i comitati affiliati alle ONG dovrebbero decidere chi diventerà il difensore civico invece dei rappresentanti democraticamente eletti, il che, a suo avviso, indebolisce il parlamento e non tiene conto della volontà del popolo.

Nomina e richieste di riforma

Sullo sfondo di questa discussione politica c'è l'imminente nomina di Elisabeth Schwetz (FPÖ) a nuovo mediatore. ONG come Amnesty International e Diakonie chiedono con urgenza una riforma del processo di nomina. Sostengono un processo più trasparente, compreso un bando di gara pubblico, per garantire che la selezione e la nomina siano basate su criteri oggettivi e trasparenti. Si ritiene fondamentale la considerazione di candidati provenienti da classi sociali diverse nonché da percorsi formativi e professionali diversi.

Queste richieste sono rafforzate dalle raccomandazioni internazionali: nel 2021 numerosi Stati hanno raccomandato all’Austria di riformare il processo di nomina nell’ambito della Revisione Periodica Universale (UPR), ma fino ad oggi non sono stati implementati cambiamenti strutturali. Ciò è considerato insufficiente, soprattutto dopo che un rapporto dell’Alleanza globale per le istituzioni nazionali per i diritti umani (GANHRI) del marzo 2022 ha criticato aspramente il processo in termini di trasparenza e indipendenza.

Richieste di maggiore trasparenza

Le organizzazioni della società civile chiedono al futuro governo di includere nel suo programma governativo la riforma del processo di nomina. Le riforme richieste includono, tra le altre:

  • Öffentliche Ausschreibung der Position.
  • Diversität der Kandidat*innen aus unterschiedlichen gesellschaftlichen Bereichen.
  • Konsultation und Beteiligung der Zivilgesellschaft am Auswahlverfahren.
  • Transparente und objektive Auswahlkriterien.

L’urgenza di queste riforme è sottolineata dalle critiche internazionali che sostengono la necessità di riforme. I rappresentanti della società civile concordano sul fatto che una riforma globale del processo di nomina può non solo rafforzare l’indipendenza del Difensore civico, ma anche garantire la fiducia del pubblico in questa istituzione.

Nel complesso, i dibattiti attuali si svolgono sullo sfondo di un profondo dibattito su come sarà possibile dotare il Mediatore in futuro e su come garantirne l'indipendenza. Le prossime decisioni potrebbero avere conseguenze di vasta portata per l’integrità istituzionale e i processi democratici nel paese.

Per maggiori dettagli sulle discussioni, visitare OTS, ORF E Amnesty International.