Gli esperti avvertono: l’Austria non è attrezzata per la prossima pandemia!
Dal 1° gennaio 2025 il ricercatore austriaco di vaccini Krammer dirigerà l’Istituto Ignaz Semmelweis per la ricerca sulle infezioni.

Gli esperti avvertono: l’Austria non è attrezzata per la prossima pandemia!
Cinque anni dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, la questione della preparazione globale alla pandemia rimane una questione centrale. Il ricercatore austriaco di vaccini Florian Krammer della Icahn School of Medicine di New York e dell'Università di Medicina di Vienna, che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo di un nuovo metodo di test per il virus SARS-CoV-2, assumerà la direzione operativa del nuovo Istituto Ignaz Semmelweis per la ricerca sulle infezioni (ISI) dal 1° gennaio. Krammer descrive questo sviluppo come positivo perché ci sono stati progressi significativi nella scienza, in particolare attraverso lo sviluppo di vaccini a mRNA e terapie con anticorpi monoclonali. Questi progressi sono già stati discussi in rinomate riviste specializzate e testimoniano gli sviluppi tecnologici raggiunti durante la pandemia NOEN ha riferito.
Tuttavia, nonostante questi progressi, rimangono molte sfide. L'epidemiologo Michael Gartlehner, che durante la pandemia è stato coinvolto nella Commissione sul semaforo Corona, sottolinea che l'Austria non è ben preparata per la prossima pandemia. Una nuova legge sull’epidemia che soddisferebbe le esigenze di una situazione di crisi globale è ancora in sospeso. Gartlehner critica la mancanza di piani pandemici dettagliati, soprattutto in un momento in cui molti paesi avevano già risposto al Covid-19. Per rispondere in modo più efficace alle future epidemie è necessario pensare a diversi scenari e tenere conto degli aspetti sociali e psicologici, ha osservato Krammer. Un punto centrale è anche il modo in cui la popolazione può essere coinvolta nella comunicazione e quali lezioni bisogna imparare dalla comunicazione Covid-19 Analizzato dall'APA.
Preparazione alla pandemia e sfide sociali
In sintesi, è chiaro che prepararsi per le future crisi sanitarie richiede un approccio olistico che incorpori varie discipline e comunicazione pubblica. L’obiettivo è connettere meglio le organizzazioni e le competenze per prendere decisioni più rapide nel caso in cui emerga una nuova minaccia infettiva. La volontà e la capacità di imparare dalle pandemie attuali e passate saranno cruciali per rendere la società più resiliente in futuro. La questione rimane esplosiva, soprattutto se si considera la discussione in corso sulle strategie di vaccinazione e sull’influenza dei social media durante la crisi.