Trump incontra l’ICC! Sanzioni contro le donne giudice delle indagini
Il governo degli Stati Uniti impone sanzioni a quattro giudici donna della CPI. Trump critica le loro indagini sui soldati americani e su Israele.

Trump incontra l’ICC! Sanzioni contro le donne giudice delle indagini
Il 5 giugno 2025, il governo degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump ha imposto sanzioni a quattro giudici della Corte penale internazionale (CPI). Questa decisione arriva nel contesto delle indagini avviate dalla Corte penale internazionale contro i soldati statunitensi in Afghanistan e contro i politici israeliani di alto rango. Le sanzioni includono il congelamento dei beni e il divieto ai cittadini e alle società statunitensi di fare affari con i giudici interessati.
I giudici specificatamente sanzionati sono Solomy Balungi Bossa dell'Uganda, Luz del Carmen Ibáñez Carranza del Perù, Reine Alapini-Gansou del Benin e Beti Hohler della Slovenia. I principali politici statunitensi, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio, hanno sostenuto le sanzioni e chiedono la fine dei procedimenti della Corte penale internazionale contro Stati Uniti e Israele. Il presidente Trump ha giustificato la sua mossa sostenendo che la Corte sta abusando del suo potere acquisito emettendo mandati di arresto infondati.
Contesto delle sanzioni
La Corte penale internazionale, che dal 2002 è responsabile del perseguimento dei crimini più gravi, tra cui genocidio e crimini di guerra, ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Joav Galant nel novembre 2024. Tuttavia, Trump esprime serie preoccupazioni sulla giurisdizione della Corte penale internazionale e sulle indagini in corso contro il personale statunitense.
Oltre alle sanzioni contro i giudici, Trump basa le sue dure misure anche sui mandati di arresto emessi in precedenza contro Netanyahu, che considera politicamente motivati e immorali. I critici, tra cui il presidente del Consiglio UE António Costa, avvertono che queste sanzioni potrebbero mettere a repentaglio l’indipendenza della Corte penale internazionale.
Reazioni politiche
Le reazioni alle sanzioni sono divise. Mentre il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha accolto con favore le misure americane e ha criticato la Corte per le sue azioni, i politici europei hanno espresso preoccupazione. Si sottolinea che la Germania, in quanto Stato contraente della CPI, sarebbe teoricamente obbligata ad attuare il mandato di arresto contro Netanyahu se visitasse la Repubblica Federale.
Le ultime sanzioni seguono lo stesso corso politico intrapreso da Trump durante il suo primo mandato. Le sanzioni che all’epoca aveva imposto alla Corte penale internazionale sono state revocate dal suo successore Joe Biden nel 2021. L’anno scorso, un disegno di legge per sanzionare la Corte penale internazionale è fallito al Congresso degli Stati Uniti, illustrando ulteriormente i complessi intrecci politici e legali che circondano la Corte.
In sintesi, il caso attuale mostra quanto sia teso il rapporto tra gli Stati Uniti e la CPI, soprattutto per quanto riguarda i procedimenti contro cittadini statunitensi e loro stretti alleati come Israele. La Corte penale internazionale rimane un argomento controverso nella giurisprudenza internazionale, con gli Stati Uniti, Israele e Russia che svolgono un ruolo speciale in quanto Stati non contraenti.