Violente proteste in Georgia: l'opposizione lotta contro le frodi elettorali!
Il 28 ottobre 2024 la Georgia ha vissuto elezioni parlamentari controverse. Le proteste contro le frodi elettorali si intensificano; il futuro della democrazia è incerto.

Violente proteste in Georgia: l'opposizione lotta contro le frodi elettorali!
In Georgia la situazione ribolle dopo le controverse elezioni parlamentari del 28 ottobre 2024. Mentre il partito al potere “Georgian Dream” si è dichiarato vincitore con il 54% dei voti, secondo la commissione elettorale i partiti di opposizione filo-occidentali hanno accusato il governo di massiccia manipolazione elettorale. Esperti come Stefan Meister del Consiglio tedesco per le relazioni estere stimano che la manipolazione sia stata almeno del 10%, rendendo le elezioni le più truccate della storia della Georgia. Già prima delle elezioni ci sono state proteste contro il partito di governo, che si sono intensificate a causa del rinvio dei negoziati di adesione all’UE al 2028 Piccolo giornale segnalato.
L'opposizione, guidata dalla presidente Salome Zurabishvili, non ha riconosciuto i risultati elettorali e parla anche di brogli che hanno messo in ombra le elezioni. Zurabishvili e i suoi sostenitori hanno boicottato il parlamento e invitato la popolazione a protestare, portando decine di migliaia di sostenitori a scendere nelle strade di Tbilisi. Da allora si sono verificati scontri violenti in cui diverse centinaia di persone sono state arrestate e la polizia deve affrontare accuse di violenza e tortura. IL ZDF hanno riferito dei crescenti disordini che potrebbero potenzialmente portare a ulteriori escalation tra l’opposizione e il governo.
L'insediamento del nuovo presidente è previsto per il 29 dicembre, ma la situazione politica in Georgia resta tesa tra continue proteste e resistenze da parte dell'opposizione. L'influenza della Russia sul partito al potere e il possibile sostegno internazionale all'opposizione potrebbero essere cruciali per il futuro sviluppo del Paese. Gli esperti avvertono che la creazione di un regime autoritario da parte del partito al governo potrebbe minare ulteriormente le strutture democratiche.