Attacco informatico su WhatsApp: i giornalisti europei nel mirino!
L'attacco informatico su WhatsApp minaccia i giornalisti in Europa. Le autorità chiedono una regolamentazione contro i software di sorveglianza come Pegasus.
Attacco informatico su WhatsApp: i giornalisti europei nel mirino!
Un allarmante attacco informatico al popolare servizio di messaggistica WhatsApp ha attirato l’attenzione sui pericoli della sorveglianza tramite software spia. Secondo i rapporti di OTS sono interessati i numeri telefonici di 14 paesi dell'UE, tra cui anche l'Austria. L'incidente è stato causato dal software spia della società Paragon, che ha preso di mira soprattutto giornalisti e attivisti per i diritti umani. Il portavoce dei Verdi per la politica Internet, Süleyman Zorba, chiede un'indagine approfondita sull'attacco e critica l'uso ripetuto di tali software per monitorare le voci critiche nella società. “Tali attacchi rappresentano una seria minaccia ai nostri diritti democratici fondamentali”, ha affermato Zorba. In Italia sono già stati segnalati sette casi confermati, il che aumenta l’urgenza di adottare misure in Austria per garantire la sicurezza dei cittadini.
La minaccia dei software di sorveglianza
Il software di sorveglianza Pegasus, sviluppato da NSO Group, solleva preoccupazioni simili. Amnesty International ha condotto indagini approfondite sul progetto Pegasus e ha scoperto che la tecnologia viene utilizzata per prendere di mira giornalisti, politici e difensori dei diritti umani. Agnès Callamard di Amnesty sottolinea che l'uso di tali software rappresenta una diffusa violazione dei diritti umani. “Finché queste aziende non dimostreranno di essere in grado di rispettare i diritti umani, bisognerà introdurre una moratoria sul loro utilizzo”, spiega Callamard. La loro analisi ha identificato centinaia di giornalisti in tutto il mondo potenzialmente presi di mira da tali attacchi, aumentando ulteriormente le preoccupazioni sull’uso improprio della tecnologia di sorveglianza.
L’importanza di questi eventi non può essere sottovalutata. Le rivelazioni mostrano come il software di sorveglianza venga utilizzato come strumento per intimidire e controllare le voci critiche. L’autorità nazionale per la sicurezza informatica in Italia ha già avviato le indagini, e in Austria ora bisogna verificare anche se sono coinvolti giornalisti o attivisti nazionali. "Non può accadere che i giornalisti in Europa diventino bersaglio della sorveglianza statale o dello spionaggio illegale", ha avvertito Zorba. Gli scandali relativi ai software di sorveglianza sollevano seri interrogativi sulla regolamentazione e sulla responsabilità delle aziende che forniscono tali tecnologie.
Per ulteriori informazioni sul ruolo e sui rischi di queste tecnologie, vedere OTS e l'ampia documentazione di Amnesty International sul Progetto Pegasus Amnistia.