La Lettonia intende ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul: proteste a Riga!

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Il parlamento lettone decide di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul, cosa che potrebbe mettere a repentaglio la protezione delle donne.

Lettlands Parlament beschließt den Ausstieg aus der Istanbul-Konvention, was den Schutz von Frauen gefährden könnte.
Il parlamento lettone decide di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul, cosa che potrebbe mettere a repentaglio la protezione delle donne.

La Lettonia intende ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul: proteste a Riga!

Il 31 ottobre 2025 il Parlamento lettone ha deciso di recedere dalla Convenzione di Istanbul. La decisione è stata presa giovedì dopo diverse ore di discussione e ha ricevuto il sostegno di uno dei tre partiti della coalizione di governo di centrosinistra. Ciò renderebbe la Lettonia il primo paese dell’UE a ritirarsi dalla convenzione, che ha fornito un quadro importante per proteggere le donne dalla violenza sin dalla sua ratifica nel 2024.

La Convenzione di Istanbul è considerata il primo strumento vincolante a livello internazionale in Europa per combattere la violenza contro le donne e definisce numerose misure per prevenire e proteggere le vittime. Classifica la violenza contro le donne come una grave violazione dei diritti umani e chiede misure globali per migliorare l’uguaglianza di genere. Le organizzazioni per i diritti delle donne esprimono serie preoccupazioni sul fatto che il ritiro dalla convenzione potrebbe compromettere la protezione delle donne in Lettonia.

Proteste e reazioni

Mercoledì, un giorno prima della decisione del Bundestag, circa 5.000 persone hanno manifestato a Riga contro la prevista uscita. I manifestanti chiariscono quanto sia importante la Convenzione di Istanbul per il progresso nel campo dei diritti delle donne e della protezione delle vittime di violenza sessuale e domestica. Soprattutto dopo la ratifica nel 2024, la convenzione è stata vista come un importante successo per il governo, che aveva posto una forte attenzione alle questioni relative alle donne e al genere quando si è insediato nel settembre 2023.

Il ritiro dalla Convenzione di Istanbul deve ora essere approvato dal presidente Edgars Rinkevics. Ciò potrebbe portare a ulteriori discussioni all’interno del governo e dell’opinione pubblica poiché le implicazioni di questa mossa sono di vasta portata.

Contesto della Convenzione di Istanbul

La Convenzione di Istanbul, firmata l’11 maggio 2011 da 13 stati, tra cui l’Austria, comprende disposizioni globali per combattere tutte le forme di violenza contro le donne, comprese le pratiche tradizionali come la mutilazione genitale femminile e il matrimonio forzato. La Convenzione riconosce inoltre la violenza strutturale come una delle principali cause di violenza di genere e invita gli Stati parti a promuovere l’uguaglianza sia giuridica che de facto tra donne e uomini.

  • Österreich ratifizierte die Konvention am 14. November 2013, und sie trat am 1. August 2014 in Kraft.
  • Die Nationale Koordinierungsstelle „Gewalt gegen Frauen“ wurde im Sommer 2015 eingerichtet.
  • Die Konvention umfasst Verpflichtungen zur Gewaltprävention, zum Schutz von Opfern und zur Strafverfolgung.

Il GREVIO, il gruppo di esperti che monitora l'attuazione della Convenzione di Istanbul, svolge un ruolo centrale nella valutazione delle misure degli Stati contraenti. Questo gruppo può avviare indagini specifiche e formulare raccomandazioni generali, in particolare nei casi di modelli di violenza gravi o persistenti. I membri di questo gruppo indipendente sono selezionati per la loro integrità e competenza nelle aree pertinenti.

L'imminente uscita della Lettonia potrebbe innescare un importante dibattito sulla necessità e sul valore degli strumenti internazionali per proteggere i diritti delle donne all'interno dell'UE. Nei prossimi giorni si vedrà se il governo di Riga terrà conto delle preoccupazioni degli attivisti.

Per ulteriori informazioni sul contesto e sui dettagli della Convenzione di Istanbul, cfr vienna.at, bmfwf.gv.at E institut-fuer-menschenrechte.de.