Georgia in subbuglio: migliaia protestano contro il divieto di adesione all'UE!
Migliaia di georgiani protestano contro il rinvio dei negoziati di adesione all'UE da parte del governo filorusso.

Georgia in subbuglio: migliaia protestano contro il divieto di adesione all'UE!
Tbilisi, 3 dicembre 2024: le strade stanno bruciando in Georgia! Migliaia di persone stanno manifestando contro l'annuncio del governo filo-russo di un rinvio dei negoziati di adesione all'UE fino al 2028. Le preoccupanti proteste iniziate giovedì scorso stanno riempiendo le strade della capitale Tbilisi e di altre città mentre i manifestanti sventolano bandiere dell'UE e della Georgia per protestare contro la decisione del governo. La situazione si è aggravata nel fine settimana, quando gas lacrimogeni e idranti sono stati utilizzati in violenti scontri tra manifestanti e polizia Zeit.de riportato.
La crisi fa seguito a un discorso straordinario del primo ministro iracheno Kobakhidze, accusato di aver guidato il paese in una direzione filo-russa. Kobakhidze ha affermato che la Georgia è sotto pressione e vede l’UE come una potenza manipolatrice. In un'intervista a “Vatican News”, il direttore della Caritas Anahit Mkhoyan ha avvertito che la popolazione è caduta nella paralisi e nel panico. Lei descrive l'atmosfera cupa: "Le persone non sanno più come organizzare la propria vita in Georgia. Non sanno se vogliono ancora vivere in Georgia". Sorprendentemente, il ritorno alla politica filo-russa scuote le fondamenta della società georgiana, dove l’80% dei cittadini sostiene l’adesione all’UE.
Intensificarsi delle proteste e delle loro conseguenze
Il movimento di protesta è sostenuto dal presidente Salome Zurabishvili, che ha criticato la violenza della polizia e ha sottolineato che i manifestanti sono determinati a difendere i propri diritti. Nonostante le violenze – dall’inizio delle proteste sono stati registrati oltre 224 arresti – la popolazione di Tbilisi e di altre città non mostra segni di indebolimento della propria determinazione. “Non ci sono segnali che il movimento di protesta si fermerà”, ha detto Zurabishvili, chiedendo il ritorno al dialogo. Queste proteste sembrano essere un’espressione di profonda insoddisfazione nei confronti dell’attuale leadership politica. Mkhoyan della Caritas ha espresso preoccupazione per i suoi dipendenti che partecipano attivamente alle manifestazioni e potrebbero lasciare il Paese a causa della continua insicurezza, come riportato da Kathpress.at è stato segnalato.