L'UE invita l'Ungheria a mantenere il Budapest Pride nonostante il divieto!

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiede all’Ungheria di revocare il divieto del Pride di Budapest. Diritti LGBTQ+ a rischio.

EU-Kommissionspräsidentin Ursula von der Leyen fordert Ungarn zur Aufhebung des Budapest Pride-Verbots auf. Rechte von LGBTQ+ in Gefahr.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiede all’Ungheria di revocare il divieto del Pride di Budapest. Diritti LGBTQ+ a rischio.

L'UE invita l'Ungheria a mantenere il Budapest Pride nonostante il divieto!

Il 26 giugno 2025, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen chiede alle autorità ungheresi di revocare il divieto del Budapest Pride. Questa richiesta fa parte di un dibattito più ampio sui diritti delle persone LGBTQ in Ungheria, che negli ultimi anni sono stati sottoposti a crescenti pressioni. Von der Leyen sottolinea che tra i valori dell’UE figurano l’uguaglianza e la non discriminazione, sancite dai trattati europei. Ci si aspetta quindi che il governo ungherese risponda a queste richieste, soprattutto dopo che 33 missioni diplomatiche e culturali hanno espresso il loro sostegno alla parata del Pride.

Tuttavia, il governo ungherese, guidato dal primo ministro Viktor Orbán, ha chiaramente segnalato di non essere pronto a cedere alle pressioni. Il ministro della Giustizia Bence Tuzson spiega che il Pride è un raduno legalmente proibito e i partecipanti rischiano multe fino a 500 euro. Inoltre, l'organizzazione o l'incitamento alla partecipazione potrebbe essere punito con la reclusione fino a un anno. Il governo ungherese ha basato la messa al bando del Budapest Pride su un controverso emendamento costituzionale che vieta l'esibizione di stili di vita non eterosessuali, apparentemente per proteggere i bambini.

Tensioni politiche e resistenze liberali

Gergely Karácsony, sindaco di Budapest e importante oppositore di Orbán, ha ancora intenzione di tenere la parata del Pride il 28 giugno nonostante il divieto. Karácsony, in carica dal 2019, posiziona Budapest come un contrappunto liberale alla politica autoritaria di Orbán. Il Budapest Pride ha attirato migliaia di persone dal 1997 ed è un simbolo dei diritti delle persone LGBTQ.

Tuttavia, c’è grande incertezza nel periodo che precede l’imminente mossa. Gli esperti avvertono di una progressiva restrizione dei diritti delle minoranze sessuali in Ungheria. Una nuova estensione della controversa legge sulla protezione dei minori non solo limita l’educazione sessuale ma, secondo molti osservatori, viola anche il diritto di riunione. Il disegno di legge prevede anche sanzioni severe per eventi che promuovono il cambiamento di genere o l’omosessualità. Per contrastare questo, Karácsony prevede di organizzare il Pride come evento municipale per aggirare il divieto.

Critiche internazionali e reazioni dell'UE

Il governo ungherese si trova ad affrontare crescenti critiche internazionali. Più di 20 governi dell’UE hanno condannato fermamente il divieto del Pride e minacciano l’Ungheria di conseguenze legali. La Commissione UE ha identificato violazioni del diritto europeo e avverte che la privazione del diritto di voto dell'Ungheria ai sensi dell'articolo 7 del trattato UE sarebbe possibile se i diritti umani fondamentali non fossero rispettati. Questa preoccupazione è condivisa anche dalla Germania e da altri 16 stati dell’UE, che criticano specificamente le nuove modifiche legali contro le minoranze di genere e sessuali.

Oltre alla richiesta di von der Leyen, alla parata parteciperà anche una numerosa delegazione di Bruxelles, tra cui 70 deputati e il commissario europeo per l'uguaglianza di genere. All'evento parteciperà anche Marie Walsh del PPE, mentre gli altri deputati vogliono restare lontani. Ciò evidenzia le profonde spaccature politiche tra il governo ungherese e molti paesi europei.

Ma il governo ungherese resta fermo. Janos Boka, ministro europeo dell'Ungheria, respinge le accuse di divieto del Pride e incolpa invece l'UE per molti dei problemi che affligge l'Ungheria, tra cui l'inflazione, la povertà e gli scarsi servizi educativi e sanitari.