Netanyahu in Ungheria: Mandato di arresto ignorato – Orbán riceve il Primo Ministro!
Benjamin Netanyahu si reca in Ungheria il 3 aprile 2025, nonostante un mandato di arresto, dove incontra Viktor Orban.
Netanyahu in Ungheria: Mandato di arresto ignorato – Orbán riceve il Primo Ministro!
Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha raggiunto l’Ungheria oggi, 3 aprile 2025, nonostante un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) a novembre. È arrivato all'aeroporto di Budapest poco dopo le 2:30 ed è stato accolto dal ministro della Difesa ungherese Kristof Szalay-Bobrovniczky. Netanyahu è arrivato per un incontro con il primo ministro ungherese Viktor Orban. Orban aveva precedentemente condannato fermamente il mandato d'arresto e invitato Netanyahu a fargli visita.
Le implicazioni legali sono significative. Il mandato di arresto della CPI è legato agli eventi nella Striscia di Gaza. Più di 120 Stati, tra cui la Germania, sono obbligati a eseguire il mandato d’arresto se Netanyahu entra nel loro territorio. Tuttavia, Israele e gli Stati Uniti non sono membri della CPI e pertanto non sono vincolati. L’Ungheria non è rimasta impressionata dalle sentenze della Corte penale internazionale, avendo ratificato lo Statuto di Roma nel 2001 ma non lo ha mai adottato ufficialmente a causa di preoccupazioni costituzionali.
Reazioni internazionali
La convinzione che Netanyahu non verrà arrestato in Ungheria è rafforzata dal sostegno di un importante attore politico in Germania. Friedrich Merz, il probabile futuro cancelliere, ha promesso un incontro con Netanyahu in Germania e ha assicurato che il primo ministro israeliano non verrà arrestato lì. Ciò non solo chiarisce le posizioni politiche in Europa, ma solleva anche interrogativi sulla validità della giurisprudenza internazionale.
La Corte penale internazionale, che ha iniziato la sua attività nel 2002, è un'organizzazione internazionale indipendente la cui giurisdizione si estende agli Stati parti dello Statuto di Roma. Questo statuto, firmato da 120 Stati nel 1998, costituisce la base giuridica fondamentale del lavoro della Corte. La giurisdizione della CPI copre i crimini più gravi come il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità. Uno dei compiti principali della Corte penale internazionale è quello di integrare, piuttosto che sostituire, la giurisdizione nazionale.
La situazione che circonda Netanyahu e la Corte penale internazionale evidenzia le sfide che derivano dalla cooperazione internazionale nel campo del diritto internazionale. In particolare, esiste un principio di complementarità che garantisce che la Corte penale internazionale possa agire solo quando gli Stati non vogliono o non sono in grado di perseguire crimini gravi. Queste condizioni quadro danno origine a complessi dibattiti giuridici e diplomatici che influiscono sia sulle relazioni politiche tra gli Stati sia sulla credibilità degli organismi internazionali.
In questo contesto diventa chiaro anche il ruolo della Germania come stato membro attivo della CPI. La Germania ha avuto un ruolo determinante nella stesura dello Statuto di Roma ed è uno dei maggiori contributori della Corte. Con una situazione giuridica chiara e l’adozione di un codice penale internazionale, la Germania mira a sostenere i principi costituzionali e ad adempiere agli obblighi internazionali.
L'arrivo di Netanyahu in Ungheria oggi non solo solleva interrogativi sull'applicazione del diritto internazionale, ma evidenzia anche le tensioni nella comunità internazionale, in particolare per quanto riguarda il perseguimento dei crimini di guerra e la responsabilità degli Stati nazionali.
Mentre Netanyahu è in Ungheria, permane la pressione sulle istituzioni internazionali come la Corte penale internazionale affinché impongano la piena responsabilità per le violazioni dei diritti umani e sostengano l’ordine legale globale. Questi sviluppi rappresentano un test cruciale dell’autorità e dell’efficacia delle norme giuridiche internazionali.
Per ulteriori informazioni sull'ICC e su come funziona, visitare Ministero degli Esteri.
L'articolo si basa su rapporti di Vienna.at.