I rifugiati svolgono oltre 250.000 ore di servizio alla comunità!
I richiedenti asilo in Austria svolgono 250.000 ore di servizio comunitario. Il 70% si è impegnato, 210 persone hanno rifiutato di partecipare.
I rifugiati svolgono oltre 250.000 ore di servizio alla comunità!
Gli ultimi dati del Ministero degli Interni mostrano che i richiedenti asilo hanno svolto una notevole quantità di lavoro comunitario dalla scorsa estate – per un totale di quasi 250.000 ore! Circa 3.115 persone ospitate nell'previdenza di base della Confederazione si sono impegnate a lavorare dieci ore al mese in diversi settori di attività, come previsto per i rifugiati in Austria dall'estate 2024. Questo obbligo vale per tutti i richiedenti l'asilo di età superiore ai 16 anni senza alcuna restrizione sanitaria. Ciò che è scioccante, però, è che 210 persone non hanno ottemperato alla richiesta, il che ha comportato una significativa riduzione della loro paghetta, che ammonta a 40 euro al mese. corona.at riportato.
Gran parte dei richiedenti l'asilo impegnati, ovvero circa il 70%, ha contribuito attivamente alla società e ha assunto compiti che vanno dalla manutenzione degli spazi verdi al lavoro negli impianti sportivi. Questo lavoro non va solo a beneficio delle comunità, ma fa anche parte del processo di asilo, che ha lo scopo di promuovere l’integrazione dei rifugiati. Nonostante il bilancio positivo, ci sono voci critiche che sottolineano che il regolamento non si applica allo stesso modo a tutti, poiché esistono eccezioni legate alla salute o all’età, come kleinezeitung.at note. Tuttavia, il fatto che una piccola percentuale di richiedenti asilo si rifiuti di lavorare solleva dubbi sull’efficacia e sugli incentivi di tali normative.
La decisione volontaria e le sue conseguenze
Le conseguenze finanziarie legate all'impegno lavorativo mirano a fornire una certa motivazione alla partecipazione. Il Viminale spiega che è legittimo non prestare servizio alla comunità, ma i responsabili dovrebbero considerare anche le conseguenze del loro rifiuto. Queste misure potrebbero peggiorare la situazione socio-politica, soprattutto per i richiedenti asilo respinti che soffrono a causa delle restrizioni finanziarie. La discussione sull’obbligo lavorativo dovrà certamente essere portata avanti in futuro per mantenere l’equilibrio tra integrazione e diritti dei richiedenti asilo.