Gli esperti avvertono: la legislazione europea sulla catena di fornitura è in grave pericolo!
Ambientalisti ed economisti mettono in guardia contro l’annacquamento della legge UE sulla filiera, che mira a proteggere i diritti umani e l’ambiente.

Gli esperti avvertono: la legislazione europea sulla catena di fornitura è in grave pericolo!
Le organizzazioni per la protezione dell'ambiente e i diritti umani, tra cui GLOBAL 2000 e Südwind, hanno accolto con favore la valutazione di oltre 80 economisti sull'EU Supply Chain Act (CSDDD). Nel loro documento “Oltre i profitti a breve termine” mettono in guardia sull’impatto di un possibile indebolimento di questa legge. Gli esperti, tra cui Sigrid Stagl della WU, vedono la legge sulla catena di fornitura come un passo decisivo verso il miglioramento dei diritti umani, della protezione dell'ambiente e della lotta contro il cambiamento climatico. Johannes Jäger di Südwind ha sottolineato che la regolamentazione è necessaria per garantire la sicurezza, la qualità, la salute e i diritti umani.
Un argomento centrale dei critici della Commissione europea è l’affermazione secondo cui il rapporto Draghi richiede la deregolamentazione. Si precisa che questo rapporto menziona solo il Supply Chain Act in appendice e non lo analizza in modo approfondito. Gli ambientalisti chiedono quindi regole più chiare per catene di approvvigionamento eque, poiché la deregolamentazione potrebbe portare a un passo indietro. “È urgentemente necessario introdurre una legge efficace sulla catena di fornitura per prevenire il lavoro minorile e il lavoro forzato”, avverte Tina Rosenberger di NeSoVe.
Le sfide della Direttiva UE sulla catena di fornitura
Lo stato attuale della Direttiva UE sulla catena di fornitura è preoccupante. Secondo quello Istituto per i diritti umani L'iniziativa rischia di fallire soprattutto a causa dell'astensione del governo federale dalle decisioni del Consiglio dell'UE. Tuttavia, una legge efficace sulla catena di fornitura potrebbe dare un contributo significativo alla lotta allo sfruttamento e al lavoro povero. Richiede alle aziende di assumersi la responsabilità dei propri fornitori e di rispettare gli standard sui diritti umani.
La vasta gamma di prodotti globali è spesso realizzata in condizioni disumane: 1,4 miliardi di lavoratori in tutto il mondo lavorano in condizioni inadeguate. Le cose sono peggiorate per 160 milioni di bambini lavoratori durante la pandemia di COVID. La responsabilità dell’UE, in quanto mercato interno più grande del mondo, diventa chiara. Le misure volte a migliorare la situazione nelle catene di approvvigionamento sono quindi una priorità assoluta.
La tabella di marcia per l'attuazione
La Direttiva (CSDDD), entrata in vigore il 25 luglio 2024, copre una serie di obblighi di due diligence in materia di diritti umani e ambiente. Le aziende con più di 1.000 dipendenti o un fatturato superiore a 450 milioni di euro devono valutare i rischi nelle loro catene del valore e adottare misure adeguate. Ciò include anche aziende di paesi terzi.
La presidenza tedesca del Consiglio dell’UE nel 2020 è stata un punto di partenza per la discussione sulla legge sulla catena di fornitura. Il 23 febbraio 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta sulla governance aziendale sostenibile; un accordo è stato raggiunto nel dicembre 2023. Un altro obiettivo della Direttiva UE sulla catena di fornitura è evitare sforzi individuali a livello nazionale, il che è vantaggioso per il panorama imprenditoriale a livello dell’UE.
La mancata regolamentazione comporterebbe notevoli svantaggi per le aziende con obblighi di due diligence esistenti. Il potere creativo delle aziende europee potrebbe indebolirsi, il che potrebbe portare a lungo termine a un mosaico giuridico. Gli esperti avvertono che ciò avrebbe un grave impatto non solo sulle aziende stesse, ma anche sugli standard globali per i diritti umani e l’ambiente.