Il governo di destra italiano invia migranti in Albania per restrizioni

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Il governo italiano prevede di registrare i migranti in due nuovi centri di trattamento in Albania. Ciò ha attirato critiche da parte di gruppi per i diritti umani e preoccupazioni legali.

Il governo di destra italiano invia migranti in Albania per restrizioni

Il governo italiano si trova ad affrontare nuove sfide con l’apertura di due centri di trattamento dei migranti in Albania nel mese di ottobre, dove gli uomini soccorsi via mare verso l’Italia saranno sottoposti a screening per l’asilo.

Il governo prevede di trasferire le procedure di asilo

Questa misura, sostenuta dall’amministrazione populista di destra, è intesa a combattere la tratta di esseri umani e consentire l’accesso all’Unione europea solo a coloro che hanno un reale diritto a farlo. Tuttavia, le organizzazioni per i diritti umani hanno sottolineato che questa mossa è problematica.

La Corte di Giustizia Europea contraddice il piano

Venerdì la Corte di giustizia europea ha stabilito che il piano di spostare i migranti da paesi che l’Italia considera “sicuri” ma che l’Unione europea non lo considera non è legalmente ammissibile. Tuttavia la decisione della Corte non è vincolante e non viene impedito all'Italia e all'Albania di procedere con i loro piani.

La riapertura è imminente

L’apertura dei centri, uno nella città portuale albanese di Shengjin e l’altro nell’entroterra di Gjader, era originariamente prevista per il 1° maggio. Tuttavia, a seguito di un accordo bilaterale tra i due paesi lo scorso novembre, le date di apertura sono state ripetutamente posticipate a causa di “circostanze impreviste”, inclusi ritardi nella costruzione e burocrazia. Il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi aveva detto il mese scorso: "Inizieremo a ottobre. C'è stato sicuramente qualche mese di ritardo, ma questi sono normali controlli in corso d'opera".

Monitoraggio da parte dell'UNHCR

Un portavoce di Piantedosi ha confermato alla Cnn che l'inaugurazione dei centri è prevista per ottobre, ma non ha fornito una data precisa. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) è stato invitato a monitorare i centri una volta aperti, ma non gli è stata comunicata una data di inizio. I rappresentanti dell’UNHCR sono pronti a essere sul posto non appena i centri apriranno.

Apertura di un centro test

Ad agosto, il governo italiano ha aperto un centro di detenzione di prova vicino ad Agrigento, in Sicilia, sul modello delle strutture albanesi, progettato per accogliere uomini provenienti da paesi “sicuri” per un rapido rimpatrio. Un tribunale di Catania ha dichiarato illegale questa misura, ma la sentenza è stata ribaltata, tanto che l'11 settembre due tunisini sono stati deportati senza che le loro domande di asilo fossero esaminate, ha detto Piantedosi in un post su X.

Numeri in calo della migrazione via mare

Secondo il Ministero dell’Interno italiano e l’Agenzia europea per la protezione delle frontiere e delle coste (Frontex), la migrazione via mare sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia e Malta è diminuita di oltre il 60% rispetto allo scorso anno. Ma questo declino ha portato più migranti a cercare di raggiungere Grecia e Spagna, in gran parte a causa del maggiore controllo delle navi di salvataggio delle ONG e dei frequenti viaggi del Primo Ministro Giorgia Meloni in Libia e Tunisia per scoraggiare le partenze.

Pressione politica e sostegno degli elettori

Nonostante il calo numerico, il governo italiano continua a perseguire una piattaforma anti-immigrazione che gode di ampio sostegno tra gli elettori: la Meloni gode di un indice di gradimento del 44% secondo un sondaggio Ipsos del settembre 2024.

Il “Progetto Roma” della Meloni

Il cosiddetto "Progetto Roma" della Meloni, che mira a scoraggiare l'immigrazione clandestina e affrontarne le cause, ha attirato l'interesse del primo ministro britannico Keir Starmer, che ha visitato la capitale italiana a settembre e ha promesso 4,75 milioni di euro per l'iniziativa, ha detto il suo ufficio.

Controversie sull'accordo con l'Albania

Meloni ha riferito che Starmer aveva espresso interesse ad utilizzare i centri albanesi per i migranti che attraversano la Manica. L'Albania, però, precisa che i centri sono aperti esclusivamente ai migranti in viaggio verso l'Italia. L’Albania si trova direttamente di fronte all’Italia continentale e non è uno stato membro dell’UE.

Numero crescente di migranti e sfide

Nel 2023, oltre 157.000 persone sono arrivate illegalmente in Italia via mare dalla Libia e dalla Tunisia, e centinaia hanno perso la vita, sottolineando la necessità di gestire la migrazione marittima in modo più efficace.

Frustrazione per la procedura di asilo

Il processo di asilo è lungo, il che porta molti potenziali richiedenti asilo ad arrendersi e a sparire nell’ombra della società italiana o a viaggiare verso paesi più settentrionali.

Critiche da Amnesty International

Amnesty International ha definito il piano Italia-Albania “vergognoso” e ha avvertito che i migranti intercettati dovrebbero fare un viaggio più lungo attraverso il mare verso l’Albania, dove potrebbero trovarsi ad affrontare una detenzione più lunga e che i loro diritti di asilo potrebbero essere limitati.

Regole di condotta per le forze dell'ordine

I centri ospiteranno fino a 3.800 uomini adulti che saranno guidati attraverso il processo di richiesta di asilo in Italia. Le autorità italiane hanno affermato che coloro che non hanno i requisiti per l’asilo saranno deportati in paesi “sicuri”.

Un agente di polizia italiano, che è tra i 45 agenti di polizia che saranno in servizio nei centri, ha dichiarato: "Siamo stati formati non solo su come comportarci con i migranti e i rifugiati in arrivo, ma anche su come comportarci nei confronti della gente del posto". Secondo l'ufficiale, è stato distribuito un manuale contenente linee guida di comportamento: niente nudità, niente avvicinamenti alle donne locali e consumo di caffè seduti nei bar, senza stare al bancone.

Investimenti in Albania

In totale, l’Italia invierà 500 persone, tra personale di polizia e militare, operatori sanitari e personale del Ministero della Giustizia, per un costo stimato di 252 milioni di euro. Un ristoratore locale di Shengjin ha addirittura aperto la Trattoria Meloni per ringraziare il Primo Ministro italiano per l'investimento in Albania, di cui beneficeranno finanziariamente le regioni locali.

Preparazione per l'apertura dei centri

Il centro di Shengjin avrà inizialmente solo 880 posti ed è dove verranno elaborati tutti gli arrivi. I richiedenti asilo qualificati verranno poi trasferiti nel centro di Gjader, che aprirà con 144 posti letto e si espanderà a 3.000 posti letto, in attesa di una risposta alla loro richiesta dall'Italia. Il sito comprende anche una prigione di massima sicurezza da 20 posti letto e servizi di emergenza.

Preoccupazioni politiche e critiche internazionali

L’accordo prevede che solo i migranti provenienti dai 22 paesi che Roma classifica come “paesi sicuri” verranno inviati in Albania. Tra questi figurano, tra gli altri, gli uomini provenienti dal Bangladesh, attualmente il segmento demografico in più rapida crescita che arriva in Italia via mare. Tuttavia, i tribunali europei hanno messo in dubbio lo status di Tunisia ed Egitto come pienamente sicuri, cosa che è al centro della decisione presa la scorsa settimana.

Rischi legali e critiche ai diritti umani

La pratica di “delocalizzare” i richiedenti asilo è stata oggetto di critiche significative da parte dei gruppi per i diritti umani. Gianfranco Schiavone, presidente dell’Associazione italiana per gli studi giuridici sulla migrazione, ha espresso preoccupazione per il fatto che l’accordo getti le basi per la violazione del principio di non respingimento e l’attuazione di pratiche di detenzione illegittime. Esiste anche il rischio evidente che l’operazione nasconda una strategia volta a creare centri di accoglienza inaccessibili, lontani dagli occhi del pubblico e dalle inchieste giornalistiche.

Obiettivi del governo italiano

Piantedosi insiste che l'apertura dei centri albanesi vuole essere un deterrente per i migranti che cercano di raggiungere illegalmente l'Italia. La Meloni, che ha votato la promessa di "fermare le barche", attribuisce il calo degli arrivi agli investimenti del suo governo nei paesi nordafricani e alla punizione delle navi di soccorso delle ONG.

Impatto della migrazione via mare

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite riferisce che anche l’aumento delle morti di migranti in mare e l’aumento delle imbarcazioni di migranti scomparse in partenza dalla Libia e dalla Tunisia hanno contribuito a un calo degli arrivi.

Richieste di nuove soluzioni

Le domande su come gestire le molte migliaia di migranti che arrivano in Europa ogni anno, spesso in fuga da guerre, persecuzioni e povertà, hanno preso di mira stati di confine come Italia, Grecia e Spagna, ma l’impatto si fa sentire a livello nazionale. Un gruppo di 15 paesi europei, guidati dalla Danimarca e inclusa l’Italia, hanno chiesto all’Unione Europea di trovare “nuove soluzioni” come l’accordo Italia-Albania per affrontare la migrazione irregolare e creare un sistema di asilo più giusto, più umano, sostenibile ed efficiente in tutto il mondo.