Il Papa prega per i cattolici cinesi e affronta questioni delicate

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Papa Leone XIV chiede preghiere per i cattolici cinesi e suggerisce come gestirà una delle questioni più difficili della Chiesa. Uno sguardo ai rapporti tra Vaticano e Cina.

Papst Leo XIV bittet um Gebete für chinesische Katholiken und deutet an, wie er mit einer der schwierigsten Kirchenfragen umgehen wird. Ein Blick auf die Beziehungen zwischen dem Vatikan und China.
Papa Leone XIV chiede preghiere per i cattolici cinesi e suggerisce come gestirà una delle questioni più difficili della Chiesa. Uno sguardo ai rapporti tra Vaticano e Cina.

Il Papa prega per i cattolici cinesi e affronta questioni delicate

Domenica Papa Leone XIV ha chiesto preghiere affinché i cattolici in Cina siano in comunione con la Santa Sede. Questi sono stati i suoi primi commenti pubblici su una delle questioni di politica estera più difficili del suo ultimo pontificato.

Onore speciale per la Chiesa cattolica in Cina

Il primo papa americano della storia ha ricordato che sabato la Chiesa cattolica ha celebrato una festa speciale per pregare per la Chiesa in Cina. Papa Benedetto XVI aveva avviato la festività per unire i circa 12 milioni di cattolici cinesi, divisi tra una Chiesa ufficiale controllata dallo Stato che non riconosceva l'autorità del Papa e una Chiesa sotterranea rimasta fedele a Roma nonostante decenni di persecuzioni.

Preghiera e speranza

Papa Leone ha sottolineato che nel giorno della festività “nelle chiese e nei santuari della Cina e del mondo si sono elevate preghiere a Dio come segno di preoccupazione e di affetto per i cattolici cinesi e per la loro comunione con la Chiesa universale”. Nella sua benedizione di mezzogiorno, Leone ha pregato affinché i cattolici in Cina e altrove “ricevano la grazia di essere testimoni forti e gioiosi del Vangelo, anche in mezzo alle prove, per promuovere sempre la pace e l’armonia”.

Accordo controverso del 2018

Papa Francesco ha continuato gli sforzi di unificazione di Benedetto approvando un controverso accordo sulle nomine dei vescovi nel 2018. I dettagli dell’accordo non sono mai stati resi pubblici, ma consente alla Chiesa controllata dallo Stato di avere voce in capitolo nella nomina dei suoi leader, anche se Francesco ha insistito di mantenere il potere di veto sulla scelta finale.

Critiche e sfide

Questo accordo è stato criticato da alcuni, in particolare dallo spettro cattolico conservatore, per il timore che rappresentasse una capitolazione alle richieste di Pechino e un tradimento dei fedeli in Cina. Il Vaticano lo ha dichiarato il migliore che si potesse ottenere e da allora lo ha rinnovato regolarmente.

Decisioni per il futuro

Papa Leone ora dovrà decidere se continuare a rinnovare l'accordo. Recentemente si sono verificate alcune flagranti violazioni da parte di Pechino, comprese nomine unilaterali effettuate senza l'approvazione papale. La situazione si è aggravata poco prima del conclave che ha eletto papa Leone, quando la Chiesa cinese ha proceduto all'elezione provvisoria di due vescovi, passo che precede la consacrazione ufficiale.

Rafforzare i rapporti con la Chiesa cattolica in Cina

Leo ha informato l'arcivescovo di Hong Kong, cardinale Stephen Chow, di "aver visitato la Cina diverse volte e di aver conosciuto la cultura e la realtà cinese", secondo l'agenzia di stampa Fides, che ha citato le dichiarazioni di Chow dal suo bollettino diocesano settimanale dopo il conclave.

Un dono simbolico e l'attesa dei credenti

Chow, un sacerdote gesuita, ha detto di aver esortato Leo "a non dimenticare la Chiesa in Cina e il popolo cinese". “Ha annuito per dimostrare che non dimenticherà” aggiunge Fides.

Sforzi per migliorare le relazioni

Il Vaticano cerca da anni di migliorare le relazioni con la Cina, che furono ufficialmente interrotte oltre sette decenni fa, quando i comunisti salirono al potere. Tali relazioni sono state a lungo bloccate dall’insistenza della Cina sul suo diritto esclusivo di nominare i vescovi come questione di sovranità nazionale, così come dalle affermazioni del Vaticano secondo cui solo il papa ha il diritto di nominare i successori degli apostoli originari.

Gli obiettivi dell’accordo del 2018

L’accordo del 2018 mirava a unire la comunità, regolarizzare lo status di sette vescovi non riconosciuti da Roma e superare decenni di allontanamento tra Cina e Vaticano.